FIRENZE – Non trasferimento di asset dai vecchi gestori al nuovo, ma cessione di rami d’azienda, per avere “un subentro ordinato senza contraccolpi per i cittadini”, e dare “una garanzia effettiva per tutto l’attuale personale delle aziende”: questa la proposta avanzata alla Regione Toscana da Mobit, secondo cui il contenzioso in sede amministrativa relativo alla gara regionale del Tpl non è ancora chiuso. Per questo secondo Mobit la Regione dovrebbe attenderne la conclusione.
“Il 26 febbraio ci sarà l’udienza al Tar Toscana a seguito del ricorso di Mobit che ha chiesto l’esclusione dell’offerta di Autolinee Toscane perché, fra l’altro, incorre nella stessa ragione di esclusione, l’insostenibilità finanziaria, che aveva portato lo stesso Tar Toscana ad escluderla nel 2016”, affermano Giuseppe Gori e Andrea Zavanella, presidenti di Mobit e One.
I rappresentanti delle aziende pubbliche che oggi gestiscono il servizio di Tpl in Toscana esprimono riserve anche sull’offerta di Autolinee Toscana (gruppo Ratp) per i loro asset. “Per ora è iniziata solo la guerra sugli immobili – ha detto Zavanella – e siamo già a contare una differenza di 30 milioni in meno che l’azienda francese vuole pagare per gli immobili, che sono in gran parte immobili dei cittadini della Toscana, che sono tramite i Comuni soci delle nostre aziende: i Comuni devono battere un colpo perché quei soldi sono soldi loro”.
“Ieri mi hanno detto di questa lettera di Mobit e mi sono subito attivato – ha spiegato il governatore toscano Enrico Rossi – anche insieme all’assessore Ceccarelli, per dare una risposta. Sperando di poter dare una risposta positiva, ma purtroppo i nostri uffici ci fanno sapere che la richiesta di Mobit non è in linea perché disattende gli atti della gara”. La proposta di Mobit, ha aggiunto Rossi, “è contraria agli atti della gara e quindi non possiamo addivenire a questa loro richiesta”.