FIRENZE – “Temuto come grido, atteso come canto”, è questo il titolo dello spettacolo-concerto che il musicista e poeta Michele Gazich porta in scena domani, 5 febbraio, al Teatro Niccolini di Firenze nell’ambito delle iniziative promosse dall’Università di Firenze in occasione del Giorno della Memoria 2020.
Il programma include brani dall’ultimo lavoro di Gazich, pubblicato nel 2018 in occasione dell’ottantesimo anniversario delle leggi razziali e dedicato agli ebrei deportati nel 1944 dall’isola-manicomio di San Servolo a Venezia. Nelle canzoni, frutto di un appassionato lavoro di ricerca, si valorizza e riscopre la parlata giudeo-veneziana, pressoché cancellata dalla violenza dei carnefici.
La performance – in cui sarà anche eseguita “Dia de Shabat”, che si ricollega alla tradizione sefardita – avrà al suo centro l’inedita “Argon”, declinazione in musica e versi dell’omonimo racconto di Primo Levi, composta in occasione del centenario della nascita dello scrittore. A conclusione del programma “Il latte nero dell’alba”, dedicata al poeta Paul Celan.
“Il ruolo dell’artista – spiega Michele Gazich a Novaradio – è quello di raccontare e far sapere. Il mio è quello di far conoscere questa storia: chiunque conosce non può negare e quindi chi è negazionista essenzialmente è ignorante”.
>> Ascolta l’intervista a Michele Gazich, ospite sulle frequenze di Novaradio <<
Sul palco iniseme a Gazich Marco Lamberti alla chitarra. L’ingresso al concerto è libero fino ad esaurimento posti.