TOSCANA – Acque agitate in entrambi gli schieramenti in vista delle elezioni regionali in Toscana. L’appello all’unità del centrosinistra lanciato dalle sardine toscane, è ben accolto da Eugenio Giani e dal Pd, ma respinto senza se senza ma da “Si Toscana a sinistra” e Potere al popolo, sempre più determinate a correre da soli: “Giani – replica Tommaso Fattori – governerà la Toscana con un programma sostanzialmente identico a quello di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, fatto di grandi opere distruttive, come la Tirrenica e il nuovo aeroporto di Firenze, di strade spianate al privato sociale in sanità, di regionalismo differenziato”.Impossibile un accordo anche per Lorenzo Alba di Pap: “La situazione in Emilia è diversa, in Toscana le elezioni prevedono anche la possibilità di ballottaggio – fa notare – quindi viene meno la necessità di un accordo”.
Intanto Giani va avanti, promettendo l’aumento a 5 del numero delle Asl e impegnandosi nei primi sei mesi per “un check up dei risultati della riforma sanitaria”, come richiesto da più componenti della coalizione. E rilancia sul lavoro. “Sarò molto vigile – ha detto oggi a Controradio – sulle multinazionali che vengono qui, dobbiamo mettere condizioni precise perché non vengano solo per sciogliere le aziende nate in Toscana”. Sulle infrastrutture barra diritta: la tramvia “da Peretola a Prato è essenziale”, mentre sullo stadio ha solo detto:”Queste decisioni si prendono in un rapporto sinergico. Mi fido di Nardella”.
Tensioni crescenti però anche tra gli alleati della coalizione gianiana: da una parte il Pd apre con sempre maggior decisione al M5s – ieri anche Dario Nardella ha parlato della necessità di dialogare – ottenendo una prima apertura dalla candidata m5s Irene Galletti. Un altolà arriva però da Italia Viva, contraria ad ogni accordo, con Matteo Renzi che manda a dire ai Dem: “Se ci fanno la guerra, ci batteremo in ogni collegio”. E avverte lo stesso Nardella: “Dopo le regionali, il posto della vicesindaca Giachi deve andare ad un esponente di Italia Viva”.
Sul fronte centrodestra, dopo la sconfitta in Emilia Romagna, non c’è ancora l’accordo sul candidato governatore: e se i rumors raccontano di un Salini pronto a rinunciare ad esprimere il candidato governatore in Toscana per puntare le fiches leghiste in Puglia, scontrandosi però con il no di Fratelli d’Italia – intanto a sfilarsi dalla corsa è il sindaco Anton Francesco Vivarelli Colonna, a lungo dato tra i papabili. Tra i nomi, rispuntano i forzisti Mugnai e Stella, e per Marcheschi per FdI.