FIRENZE – “La più importante operazione culturale e politica della Toscana dell’ultimo decennio. Non hanno usato mezze parole il governatore Enrico Rossi e la sua vice con delega alla cultura, Monica Barni, nel presentare l’operazione che ha portato la Regione ad acquisire il patrimonio della Fondazione Alinari dalla proprietà attuale, che fa capo a Claudio De Polo.
I numeri del resto sono impressionanti: 150 anni di storia, 125 fondi di archivio, 114.651 negativi su lastra su vetro, lastre collotipiche, oltre 450mila immagini sciolte, altrettanti negativi su lastre di vetro. E ancora fototeche, donazioni, acquisti, libri e macchine fotografiche.
“Non poteva che essere pubblico” ha detto Rossi: “Con questa acquisizione la Regione Toscana ha evitato che si disperdesse e che venisse venduto a privati. Sarà nostro compito valorizzarlo e promuoverne la conoscenza: si tratta di un archivio straordinario, prezioso per chi voglia ricostruire la storia del nostro Paese e dell’Europa, il cui valore patrimoniale è destinato a crescere”.
“Questa è una giornata molto importante – ha detto Barni – per arrivarci sono stati necessari mesi e mesi di grandissimo lavoro di una squadra che ha lavorato in modo amichevole e professionale, per arrivare a questo obiettivo, che è solo la prima tappa di un percorso. A breve sarà istituito un Comitato scientifico di altissimo livello. Il patrimonio è di importanza internazionale, quindi avremo bisogno di persone di alto profilo professionale. Confidiamo che tra queste ci siano anche coloro che hanno lavorato per tanti anni in Alinari, acquisendo così grandi competenze”.
Luigi Tomassini, presidente onorario della Società italiana per lo studio della fotografia, in qualità di storico ha tracciato la storia degli Archivi Alinari, sottolineando il grande valore di questa operazione. “E oltre al patrimonio materiale, c’è anche un patrimonio immateriale, che consiste nella tradizione, davvero unica. A partire dall metà dell’Ottocento – ha ricordato – gli Alinari fotografano il patrimonio culturale italiano, e alla fine del secolo hanno 6.000 rivenditori in tutto il mondo. Questo è un Archivio di interesse regionale, nazionale, internazionale”.