FIRENZE – Lo stadio Franchi non è intoccabile, ma è un monumento vincolato e dall’importanza storico architettonica assoluta: la sovrintendenza non è contraria ad un restyling limitato – con possibili aggiunte (coperture e vetrate) ma senza demolizioni massive – ma di certo non quello (firmato Casamonti) che ipotizza una demolizione al 40% della struttura. Di ipotesi si parla, perché finora “nessun progetto, né in modo formale né informale, è stato portato sul tavolo della sovrintendenza”.
Parole di Stefano Pessina, sovrintendente ai beni storico-architettonici di Firenze, che oggi ha non solo ha spiegato la posizione dell’ente che rappresenta sul futuro dello stadio, specificando i (molti) “paletti” posti al progetto di restyling, ma anche mandando un messaggio: una valutazione può essere fatta solo sulla base di un progetto chiaro, che nessuno – né Comune né Acf Fiorentina – ha presentato. “No a estese demolizioni – scandisce – ben vengano le operazioni come la copertura, utile sia per il pubblico che per la conservazione del Franchi. Ci sono poi molti altri interventi di aggiunta che possono essere fatti senza stravolgere quella che è un’opera veramente fondamentale dell’architettura”.
Il restyling è possibile dunque, ma solo se si “rispetta” l’opera, su cui vige un vincolo (generico) e su cui, ha annunciato Pessina, è chiesto al ministero un parere “espresso”, cioè esplicito. Un chiaro messaggio – la discussione può essere riaperta, perché non è mai davvero iniziata – che lascia una porta aperta anche ad una revisione del progetto Casamonti-Commisso, nel caso la strada verso la Mercafir dovesse incontrare ostacoli insormontabili. Non solo: ipoteticamente, non essendo “monumento nazionale”, secondo Pessina il Franchi potrebbe anche essere venduto a privati, ma il vincolo rimarrebbe comunque.
Le parole di Pessina che acquista un significato ulteriore in considerazione del fatto che il sovrintendente parla nella sala di Cosimo di Palazzo Vecchio, con al suo fianco Dario Nardella, a capo del Comune che è il proprietario del Franchi, e quindi è il soggetto cui per primo spetta di fare le proposte. “Nostro obiettivo – ha detto – è che il Franchi rimanga un luogo vissuto anche più di come è utilizzato oggi, un progetto che vada in parallelo col nuovo stadio della Mercafir”. “Si potrebbe in teoria anche vendere il Franchi – ha aggiunto – ma resta il problema della demolizione della curve perché il punto di fondo è quello”.
Cosa farne allo dello stadio, e quali funzioni attribuirgli? Qui arriva la proposta quella del sindaco: aprire una grande discussione sul futuro dello stadio, che inizierà a febbraio prossimo con la convocazione di un forum internazionale con “i massimi esperti a livello nazionale di impianti sportivi e architettura e urbanistica” e “il ministero dei beni culturali”, e proseguirà con un coinvolgimento di cittadini, residenti e categorie economiche”. Tempi? “Su questo non c’è fretta, abbiamo 4 anni (quelli che servono per la costruzione dello stadio alla Mercafir, ndr) per decidere cosa sarà del Franchi”