FIRENZE – La Guardia di Finanza di Firenze ha eseguito una misura di prevenzione patrimoniale a un imprenditore 55enne che abita nella zona di Empoli, di origini calabresi, sequestrando beni immobiliari e mobiliari nonché di compagini societarie, per un valore di circa 2 milioni di euro, dopo che indagini patrimoniali avrebbero evidenziato una sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio disponibile.
Sequestrati una trentina di rapporti bancari, sette auto, tre aziende conciarie, tra Reggio Calabria e Pisa, il 50% delle quote di un’altra società, del settore alimentare, con sede a Catanzaro nonché otto immobili, tra cui uno a Tenerife.
L’attività, spiega la Gdf, trae origine dall’operazione Vello d’Oro, condotta dal Gico di Firenze in collaborazione col Reparto operativo Nucleo Investigativo dell’Arma dei carabinieri di Firenze che, nel febbraio 2018, portò all’arresto di 14 persone tra Calabria e Toscana, per reati che vanno dall’associazione per delinquere all’estorsione, dal sequestro di persona all’usura, dal riciclaggio all’abusiva attività finanziaria, dall’emissione di fatture per operazioni inesistenti al trasferimento fraudolento di valori, anche con l’aggravante del metodo mafioso.
Nell’ambito dell’indagine è stato ricostruito un sistema, volto, da un lato, a riciclare i soldi illecitamente acquisiti da due consorterie criminali calabresi e una campana e, dall’altro, a creare riserve occulte di contante presso alcune aziende in Toscana.
Nel contesto erano state osservate alcune società, riconducibili all’imprenditore, che avevano ‘veicolato’ capitali illeciti, di fatto in raccordo tra le società coinvolte e il sodalizio criminale contiguo alle famiglie ‘ndranghetiste dei Barbaro e dei Nirta, attive nel litorale jonico della provincia di Reggio Calabria, nonché personaggi collegati al clan camorristico Lo Russo, dell’area nord della città di Napoli.