FIRENZE – C’è anche il reato di finanziamento illecito ai partiti, tra quelli che ipotizzati dalla procura di Firenze nel quadro dell’inchiesta sulla Fondazione Open, la “cassaforte” del movimento che fa capo a Matteo Renzi: l’accusa – assieme a quella di traffico di influenze – è quella rivolta in particolare all’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open fino alla sua chiusura ad inizio 2019, il cui studio è stato nuovamente perquisito.
Le perquisizioni, oltre un ventina in mezza Italia condotte stamani dagli uomini delle Guarda di Finanza, riguarderebbero anche case e uffici di finanziatori della Fondazione, che avrebbe agito come articolazione di partito politico.
Tra i destinatari delle perquisizioni ci sarebbero anche una decina di imprenditori legati da rapporti di tipo finanziario con un consigliere della fondazione Open e un commercialista fiorentino. Tra gli altri reati ipotizzati, quelli di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita aggravata, false comunicazioni sociali. Ma l’avvocato Nino D’Avirro, difensore di Alberto Bianchi, esclude che siano contestati al suo assistito.
In particolare l’attenzione degli inquirenti si sarebbe appuntata sulle primarie del 2012 (quelle perse da Renzi contro Bersani), sul Comitato per ‘Matteo Renzi segretario’ e su ricevute di versamento da parlamentari.
In base a quanto ricostruito, carte di credito e bancomat che sarebbero stati messi a disposizione di parlamentari. E questi documenti starebbero cercando gli agenti di polizia giudiziaria, assieme ad altri documenti – tipo ricevute – relativi a presunti rimborsi spese versati dalla Open ad alcuni “onorevoli”.
Gli investigatori avrebbero anche individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni rese dall’avvocato Bianchi e da collaboratori del suo studio, e i finanziamenti percepiti dalla Open.
“Rinnovo la mia piena collaborazione con la magistratura affinché sia fatta chiarezza prima possibile” fa sapere in un nota l’avvocato Bianchi: “Tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico, carte di credito… È stato fatto tutto alla luce del sole”.