PADOVA/FIRENZE – Prima notte in carcere per Rodolfo Fiesoli, 78 anni, il “profeta” della comunità ‘Il Forteto’ per minori, dopo la sentenza della Cassazione che ieri, rigettando il suo ricorso, ha reso definitiva ed eseguibile la condanna a 14 anniu e 10 mesi di carcere. Fiesoli, che fino a martedì si trovava nella sua residenza a Aulla, si è consegnato ieri sera, accompagnato dalla moglie, ai carabinieri di Padova, dove vorrebbe scontare la pena. Si sono invece aperte le porte del carcere di Sollicciano per l’unica altra condannata, Daniela Tardani, una delle madri affidatarie del Forteto.
L’ingresso di Fiesoli in carcere segna l’epilogo giudiziario di una vicenda iniziata nel 2011 quando contro di lui e molti dei suoi collaboratori vennero formalizzate le prime accuse di maltrattamenti. Per gli altri collaboratori di Fiesoli, condannati in appello a diversi anni di carcere, è invece intervenuta la prescrizione.
Nel 2017 la Cassazione confermò le responsabilità penali di Fiesoli, rinviando però ad un appello bis per la rideterminazione della pena di un singolo capo di imputazione. Dopo quest’ultimo processo il ‘guru’ venne arrestato, ma poi rilasciato perché la condanna non era ancora definitiva.
Una sentenza accolta con favore dall’associazione delle vittime del Forteto, ma che non soddisfa la richiesta di verità e giustizia. “Ora la cosa più importante è azzerare la presa che la setta di Fiesoli ha ancora all’interno della cooperativa del Forteto – dice a Novaradio il presidente Sergio Pietracito – assieme al sostegno al commissario Marzetti impegnato nella tutela del patrimonio produttivo del Forteto e dei lavoratori estranei a questa vicenda”.
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La condanna e la carcerazione del ‘guru’ del Forteto Rodolfo Fiesoli sono “un misero contentino” ha detto l’avvocato Giovanni Marchese, uno dei difensori di parte civile nel processo sugli abusi sessuali. Fare giustizia ormai è impossibile” ha aggiunto, “Fiesoli ha fatto quello che voleva per 40 anni e il disastro è irreparabile”.