FIRENZE – L’auto che travolse Duccio Dini, il 29enne investito da una Volvo e ucciso il 10 giugno 2018 nel capoluogo toscano durante un inseguimento, al momento dell’incidente viaggiava a una velocità di 103 chilometri orari. E’ quanto emerso oggi al processo in corso a Firenze.
La velocità è stata ricostruita nel corso delle indagini da un agente della polizia municipale, sentito oggi come testimone dell’accusa, in base ai video ripresi dalle immagini delle telecamere di sorveglianza cittadine.
In base alle indagini, basate anche sul Dna trovato nell’auto, sulla Volvo al momento dell’incidente viaggiavano quattro uomini. La presenza di almeno due dei sospettati nella Volvo è stata confermata oggi da alcuni testimoni, tra cui due carabinieri e un passante.
Acquisita agli atti anche la testimonianza di una donna residente nei pressi del luogo dell’incidente, che afferma di aver visto le auto impegnate nell’inseguimento passare ad alta velocità sotto le finestre di casa sua, e poco dopo di aver udito la frase “io ti ammazzo” e il rumore di tre colpi di pistola.
La presenza dell’arma da fuoco non è mai stata confermata nel corso delle indagini svolte. Gli imputati nel processo per la morte di Duccio Dini sono sette, accusati di omicidio volontario con dolo eventuale. La prossima udienza, nel corso della quale saranno sentiti altri testimoni citati dal pm Tommaso Coletta, è fissata per il 30 ottobre.