TOSCANA – La guerra commerciale tra Usa e Europa e i suoi effetti in Toscana: al momento, c’è solo il pecorino toscano e i salumi stagionati (non dop) tra i prodotti dell’agroalimentare regionale finiti nella lista delle merci su cui l’amministrazione Trump intende imporre una tassa del 25% sull’importazione.
Tirano un sospiro di sollievo i produttori di vino, olio, conserve di pomodoro e marmellate, tutti prodotti inseriti nelle prime versioni circolate della black list. Per niente tranquille sono invece le associazioni di categoria. Coldiretti segnala come la mazzata dei dazi arrivi proprio in un momento in cui il comparto stava risollevandosi con l’export: +8,3% a livello nazionale nei primi 3 trimestri, trainato proprio dal comparto latteo-caseario (+25%) di cui gli Usa sono il principale mercato di sbocco (1,4 miliardi).
In Toscana si stima oltre 1 milione di danni per una filiera – dall’allevamento alla produzione di formaggi – già messa in forte difficoltà negli ultimi anni. “Il governo intervenga presso l’Ue per evitare i dazi – invoca Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana – e apra un tavolo con gli allevatori per sostenere la produzione del latte ovino, il cui prezzo, fermo a 85 cent al litro come 10 anni fa, potrebbe crollare”.
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Gli fa eco il presidente dei Cia Toscana, Luca Brunelli: “L’imposizione reciproca di contromisure, Usa verso Ue e viceversa, non farebbe che infliggere danni alle imprese e ai cittadini e mettere a rischio un mercato florido per le nostre aziende. Bisogna lavorare per evitare una guerra commerciale pericolosissima”.