FIRENZE – “Già tra qualche settimana potremo illustrarvi nel dettaglio cosa faremo: abbiamo in mente una vera rivoluzione per la Galleria dell’accademia e San Marco”, lo ha detto oggi rispondendo ai giornalisti a margine di una presentazione a Palazzo Pitti Eike Schmidt, grazie alla “controriforma” dei musei direttore del nuovo super-museo che vede accorpati a Uffizi, Pitti, Boboli anche di Accademia e San Marco.
“Siamo a lavoro su tanti progetti – spiega ancora il direttore – l’aria condizionata è solo una delle problematiche dell’accademia, che ha problemi analoghi a quelli che abbiamo avuto agli Uffizi e la stessa cosa vale per San Marco, dove alcune opere sono rimaste interrotte e dove sono calati i visitatori negli anni. Finalmente abbiamo l’opportunità di fare qualcosa”. Ascolta >>
Sulla possibilità di rimanere o meno a Firenze il direttore, che dal prossimo anno dovrebbe spostarsi al Kunsthistorisches Museum di Vienna, non ha dato garanzie: “È una domanda che dovete fare al nuovo ministro. Tutte le ipotesi che esulano da ciò che noto dipendono da lui”. Ascolta >>
Sulle richieste da fare “si tratta di desiderata, sono quelle che ho sempre pronunciato e non sono per me ma per gli Uffizi. Tra quelli che menziono dico l’uscita Isozaki, questo è un punto molto importante, da portare al tavolo fin da subito”.
Rispondendo a chi gli ha chiesto di valutare la riforma Schmidt ha detto: “È una riforma molto complessa e ci sono alcuni punti che vanno chiariti, come ad esempio la questione la gestione da parte dei politici dei prestiti internazionali, un problema decennale: i nostri capolavori secondo me dovrebbero uscire dal paese al massimo una volta nella loro vita”. “Tra le cose che giudico estremamente positive – ha aggiunto – l’istituzione di un ufficio centralizzato per l’esportazione” e per quanto riguarda l’autonomia “i direttori come me in realtà saranno caricati di ulteriori responsabilità” mentre un altro aspetto “estremamente positivo”, secondo il direttore è “versare il 5% dei ricavi dei musei più ricchi a quelli più piccoli, un idea che assomiglia a ciò che abbiamo già fatto agli Uffizi con il Museo Archeologico Nazionale”.
Sull’addio di Cecilie Hollberg come direttore dell’Accademia “c’è la massima solidarietà umana, ma per quanto riguarda l’aspetto istituzionale, siccome come Galleria degli Uffizi siamo coinvolti al 100% in questa decisione del Governo, è chiaro che non sono nella posizione di firmare lettere o altro”, ha concluso alludendo a un appello che sta circolando fra i direttori dei musei italiani sulla riforma del Mibac relativa ai musei e che Schmidt, appunto, non ha firmato.