FIRENZE – Ci sarà un simbolico “passaggio storico” domenica prossima alle 10,30 sull’arengario di Palazzo Vecchio, in occasione delle celebrazioni del 75/o anniversario della Liberazione di Firenze.
A parlare dal “palco” che tradizionalmente ospita la cerimonia “istituzionale” saranno, oltr al sindaco Dario Nardella, l’ex partigiano “Marco”, Leandro Agresti, tra i primi a salire su Monte Morello per cacciare i tedeschi che nell’agosto ’44 ancora cannoneggiavano Firenze, seguito dall’intervento di Riccardo Mattei, figlio di Liliana Benvenuti, la partigiana “Angela”, scomparsa poche settimane fa: giovane staffetta partigiana, impegnata a trasportare le informazione dei comandi del CTLN ai gappisti e alle SAP, è stata tra le figure più impegnate anche negli anni successivi, nel trasmettere, soprattutto alle nuove generazioni, i valori della Resistenza.
Due generazioni diverse, a simboleggiare un passaggio di testimone obbligato, dai protagonisti della stagione resistenziale ai figli, biologici e non, a coloro che i racconti non li hanno vissuti ma solo ascoltati. “Un compito cui non mi sento all’altezza – dice Riccardo, ospite stamani negli studi di Novaradio – non potremo mai sostituirli, ma che è necessario”. “Dalla mamma – aggiunge Mattei, oggi attivista dell’Anpi Oltrano – ho imparato la grande lezione di libertà, dignità e autonomia di pensiero”.
“La mamma era una grande affabulatrice – prosegue – ma i suoi racconti non erano mai tristi o drammatici, ne parlava sempre con un tono ironico, divertito e divertente”. Di quando, ad esempio, rischiò di essere fermata dai solati nazisti mentre portava dei fucili ai partigiani del Campo di Marte; di quando si camuffò da sposa per trafugare i 35 milioni rubati alle Poste della stazione per finanziare la Resistenza. Oppure quando finì sotto il tiro dei cecchini mentre attraversava l’Arno per condurre al di là delle linee nemiche il comandante partigiano Francesco Leone. Con un’unica eccezione: il silenzio e la disperazione dei partigiani in piazza Santo Spirito alla notizia che Aligi Barducci, il comandante “Potente” era stato colpito a morte.
>>> Clicca per ascoltare l’intervista a Riccardo Mattei, figlio delle partigiana “Angela”