ANGHIARI – Un viadotto chiuso per rischio crollo che diventa il simbolo di un paese dissestato e isolato; grandi opere realizzate per sfrecciare veloci che però si rivelano fragili e pericolose. Tanto che vien da pensare se non sia meglio riscoprire la lentezza degli antichi cammini, che per millenni hanno solcato l’Italia portando persone e popoli da una parte all’altra a contaminarsi e a comunicare anziché, come sembra avvenire oggi, a erigere muri e chiudere approdi.
E’ densa di suggestioni all’attualità e di rimandi alla storia l’edizione numero 24 di “Tovaglia a quadri”, la tradizionale “cena toscana in quattro portate con una storia da raccontare”, che vede impegnati i cittadini-attori di Anghiari in una rappresentazione scenica ogni anno nuova, scandita dalle pietanze servite agli spettatori-commensali.
Il titolo dello spettacolo, allestito dal 10 al 19 agosto prossimi come sempre nella piazzetta del Poggiolino è “Viadotta”: un calembour carico di molteplici riferimenti. Il primo, più ovvio, al viadotto Puleto nel tratto valtiberino della E45, che la magistratura aretina ha sequestrato a causa del pericolo di crollo e che per 6 mesi ha di fatto tagliato fuori un intero pezzo d’Italia.
“La E45 è iconica, collega Oslo a Gela lungo oltre 5.100 chilometri e proprio qui in Valtiberina si blocca – spiega Andrea Merendelli, regista e co-sceneggiatore con Paolo Pennacchini di “Tovaglia a quadri” – come tragicomica metafora di un blocco che vive l’Europa. Ma la ‘viadotta’ – aggiunge – sottintende tante vie meno dotte e più ignoranti che la storia di oggi sta tracciando”.
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Il riferimento è naturalmente alla situazione politica, alla crisi delle istituzione europee, allo scontro in atto tra opposte visioni in particolare sulle politiche per l’immigrazione e al conflitto tra l’Italia del governo giallo-verde e l’Ue. Ma nella sceneggiatura c’è molto di più: la constatazione amara, ad esempio, di come le grandi opere moderne – la E45 come il ponte Morandi a Genova – mostrino tutta la loro fragilità e presunzione e ricordino che ” se si perde la via, si rischia di sbagliare strada. Soprattutto se le si confrontano con le antiche vie – quelle etrusche, quelle romane, o quelle dei sentieri delle mandrie che per secoli hanno portato le mandrie dalle valli appenniniche interne verso il mare e la Maremma. “Cammini “lenti”, ma colti e certamente più sostenibili – fa notare ancora Merendelli – che davvero facevano da ponte tra culture e popolazioni: noi Toscani per primi siamo stati tramsumanti, e sappiamo quanta bruttezza si ha nel racconto di chi transuma oggi in terreni sempre più recintati e chiusi, un meccanismo davvero pericoloso”.
Storia locale, riscoperta del passato e delle tradizione per leggere con lente critica il presente, dunque, si confermano al centro anche dell’edizione 2019 di “Tovaglia”, che per altri versi si presenta rinnovata nel cast (con new entries e graditi ritorni) e nel menu della cena, ancor più centrato sulla valorizzazione dei prodotti tradizionali a “chilometro zero” – sia da mangiare che da bere.
Le prevendite dei biglietti dello spettacolo si aprono dal 1°m agosto: per info e prenotazioni scrivere a proloco@anghiari.it