LIVORNO – “Tutto sommato è tranquillo anche se continua a ripetere di essere innocente”. Prima notte tranquilla nel carcere delle Sughere di Livorno per Antonio Logli, cui ieri la Cassazione ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie Roberta Ragusa, scomparsa dalla sua casa di Gello il 13 agosto 2012 e mai più ritrovata.
“Sono disperato” le prima parole di Logli, che ieri ha atteso la sentenza lontano dalle telecamere, in un b’nb’ di Pisa in compagnia della figlia e della nuova compagna Sara Calzolaio e che oggi, parlando brevemente con il garante cittadino dei detenuti, ha continuato a proclamarsi innocente.
Gli ermellini hanno invece ritenuto credibile oltre ogni dubbio la tesi dell’accusa: Roberta è stata uccisa dopoché aveva scoperto la relazione del marito con la Calzolaio: “Inverosimili le ipotesi” di un allontanamento volontario aveva detto il Procuratore generale. Il corpo di Roberta, scomparsa in pigiama quella notte, non è stato mai ritrovarti, ma a pesare su Logli il racconto di Loris Gozi, che quella notte ha visto Roberta discutere con Logli ed esser caricata a forza in auto, oltre ad altri indizi, come i cellulari di Logli e l’amante fatti sparire pochi giorni dopo la scomparsa di Roberta. “Giustizia è fatta” il commento delle cugine della donna.