PRATO – Si è aperto oggi ma è stato quasi subito rinviato, al 23 settembre prossimo, il processo che vede imputata una donna di 31 anni, accusata di violenza sessuale su un 15enne da cui ha avuto un figlio; alla sbarra anche il marito della donna, accusato di falsa attestazione di stato civile per aver riconosciuto il bambino sapendo di non essere il vero padre.
Il rinvio è dovuto al fatto che il processo è stato assegnato ad una nuova sezione del Tribunale, recentemente creata, che si occupa solo di casi che riguardano persone oggetto di misure cautelari con il fine di garantire tempi più veloci.
Calendarizzate tutte le udienze: saranno due ottobre e due a novembre. Il processo di svolgerà secondo rito ordinario, senza possibilità di uno sconto di pena o misure alternative al carcere, dopoché nell’udienza preliminare è emerso che la coppia non aveva dato ai legali la procura speciale per chiedere il rito abbreviato.
In attesa del processo la donna rimarrà agli arresti domiciliari: il Tribunale ha respinto al richiesta di rimessa in libertà della difesa che ha annunciato ricorso al Tribunale del Riesame.
“Cerchiamo tutti di affrontare questo processo che speravamo di iniziare prima, ma così è” ha detto ai giornalisti il marito della donna, aggiungendo: “Essendo mia moglie la supporto, non approvo magari altre cose, ma il supporto c’è sempre stato”.