FIRENZE – Un cinquantina circa di ciclofattorini di diverse aziende di food delivery stamani si sono radunati in via de Neri a Firenze,e la strada simbolo del mangificio, per il primo sciopero dei riders, convocato per ricordare alla politica e all’opinione pubblica che – nonostante le promesse del governo – tutte le questioni aperte riguardo diritti e tutele contrattuali rimangono tuttora senza una soluzione.
Tra i problemi, la disintermediazione del rapporto di lavoro, con gli ordini per le consegne che arrivano tramite app gestite da call center con sede fuori dall’Italia; l’assenza di una paga fissa e la spinta alla competizione tra lavoratori in base al numero delle consegne; l’impossibilità di determinare in proprio l’orario di lavoro; la mancanza di trasparenza nelle regole contrattuali; l’assenza di garanzie minime e diritti essenziali (alle ferie ad esempio), fino all’assurdità di dover provvedere o pagare in proprio l’attrezzatura di lavoro (bici e dispositivi per il trasporto).
“La prima richiesta – spiega spiega Aldo Iacona della Cgil Firenze – è che si riapra il confronto al ministero interrotto in autunno chiedono i forzati delle gig economy– e si affrontino le questioni più urgenti con un provvedimento legislativo: contratto nazionale per il settore; paga oraria anziché retribuzione a cottimo; misure a tutela della sicurezza sul lavoro; introduzione di diritti essenziali, primi tra tutti ferie e malattia”
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