VINCI (FI) – Di Leonardo da Vinci, anche un capello fa notizia. e polemica. Stamani a Vinci è stata presentata per la prima volta al pubblico una ciocca che si ipotizza possa essere appartenuta al genio del Rinascimento. Ci crede, o almeno vuol verificarlo fino in fondo lo studioso Alessandro Vezzosi, che ha mostrato al mondo la reliquia oggi, a 500 anni esatti dalla morte di Leonardo, in occasione dell’apertura di due musei leonardiani nella cittadina: il ‘Museo Ideale Leonardo da Vinci’ – una riapertura dopo nove anni di ristrutturazione degli ambienti – e quello su ‘Leonardo e il Rinascimento del vino’. Si tratta, in entrambi i casi, di musei privati.
I capelli, una ventina di fili biondicci, ha spiegato Vezzosi, sono stati rinvenuti ad Amboise e acquistati nel 1925 dal collezionista americano Harold K. Shigley; la ciocca nel 1985 ha cambiato proprietario, che nel 2016 ha contattato il Museo Ideale di Vinci. Contatto che si è concretizzato nella mostra ‘Leonardo Vive’ inaugurata oggi, e che ha come corollario il progetto di confrontare il dna dei capelli con quello di discendenti di Leonardo. La mostra, divisa in 4 parti: una dedicata alla genealogia dei Da Vinc fino ai discendenti viventi; una sul rapporto tra lo scienziato e l’agricoltura; una su ‘Monna Lisa e la Gioconda nuda’ con opere originali di bottega leonardesca, inediti esami scientifici e antiche incisioni; una con dipinti, incisioni e altro ancora d’ispirazione leonardiana, realizzati dal Cinquecento a oggi.
La possibilità che la ciocca mostrata oggi sia effettivamente di Leonardo però è scartata dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “Questa cosa sulla ciocca è veramente una cosa sciocca” ha commentato: “Nessun specialista ci crede e tra l’altro è estremamente improbabile che una ciocca di Leonardo potesse essere ritrovata in una collezione privata americana”. La tradizione di collezionare ciocche di famosi personaggi oppure dei propri cari – ha aggiunto – risale al Romanticismo, all’800.Sarebbe stato fuori epoca per il Rinascimento: di Beethoven abbiamo ciocche che potrebbero essere di centinaia di migliaia di musicisti. Questa cosa non vale nemmeno la pena di essere analizzata nel dettaglio”