FIRENZE – E’ un coro di critiche e di indignazione quello che hanno suscitato le dichiarazioni del leghista Ubaldo Bocci, candidato sindaco del centrodestra, che ha dichiarato che il 25 aprile non parteciperà alle celebrazioni ufficiali e organizzerà un’iniziativa con il mondo degli esclusi e dei deboli.
“Chissà se Bocci sa di essere candidato a sindaco di una città medaglia d’oro della Resistenza. Chissà se Bocci conosce almeno un poco la storia della Firenze di quei giorni” è l’amaro commento dell’Anpi Firenze. “Se oggi è possibile avere un confronto per permettere ai cittadini fiorentini di scegliere il loro sindaco – si legge ancora – è grazie alle migliaia di donne e uomini che scelsero la via dei monti. A Firenze non serve tornare al podestà”.
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Dura anche la reazione da parte dei membri della segreteria dell’ARCI Firenze, che si definiscono “attoniti” per le dichiarazioni di Bocci: “Il 25 aprile non è una festa divisiva, ma che unifica tutta Italia, perché è semplicemente la festa in cui si celebra la fine della dittatura in questo Paese” si legge in una nota: “Può non riconoscersi nel valore fondativo del 25 aprile solo chi non crede nei valori di libertà e partecipazione democratica”. “Chi non celebra questa data – conclude – non si riconosce in questi valori e pertanto, non dovrebbe nemmeno candidarsi a rappresentare una qualsiasi delle istituzioni che sulla Costituzione antifascista affondano le proprie radici”.
“Il 25 aprile è una festa nazionale che celebra la Liberazione dal nazifascismo” commenta Paola Galgani, segretaria della Camera del Lavoro di Firenze: “Un candidato al governo di una istituzione importante come il Comune di Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, dovrebbe avere rispetto e onorare questa giornata”. “Indignazione” è espressa anche dalla Fiom Cgil Firenze.