PRATO – Mentre in piazza del Mercato Nuovo i 150 neofascisti si riunivano per scandire i loro slogan con le mani tese nel saluto romano, un’altra piazza della città, Santa Maria delle carceri, era già stracolma: cinquemila le persone che hanno risposto all’appello dell’Anpi e hanno partecipato alla contro-manifestazione antifascista organizzata dopo che il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica mercoledì ha dato il via libera al corteo di Forza Nuova.
“Prato è una città aperta ma c’è un limite che non doveva essere oltrepassato ed è quello di commemorare la nascita dei fasci combattimento”, ha detto il sindaco Matteo Biffoni, che ha anche chiesto scusa “ai cittadini che si sono trovati coinvolti in quello che non doveva accadere”. Ai microfoni di Novaradio, Biffoni ha ribadito di continuare a pensare che la celebrazione dei 100 anni dei fasci di combattimento sia stato uno schiaffo alla città. “Ora ricominciamo a pensare al futuro – ha concluso Biffoni: ”La nostra è una comunità bellissima, capace di guardare avanti. E anche ieri lo ha dimostrato”.
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Al presidio antifascista hanno aderito una sessantina tra associazioni, sindacati e partiti, sindaci e istituzioni tra cui il presidente della Regione Enrico Rossi: “Penso che sia stato un errore” consentire la manifestazione di Forza Nuova”, ha detto.
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Da Firenze sono arrivati almeno un migliaio di manifestanti, salutati alla partenza dai genitori di Lorenzo Orsetti, il giovane fiorentino ucciso in Siria dai miliziani dell’Isis. E proprio a Orsetti è dedicato uno striscione che, parafrasando ciò che aveva scritto nel suo testamento, recita: “Saremo la prima goccia della tempesta”.
Al presidio ha preso parte anche il giornalista Gad Lerner che, prendendo la parola, ha denunciato di essere stato accolto dal coro “ebreo, ebreo” quando è andato in piazza del Mercato nuovo per vedere in presa diretta i manifestanti di estrema destra, che si sgolavano con farsi tipo “L’Italia agli italiani, l’Europa agli europei” e mostrando cartelli con la scritta “Dio, Patria e Famiglia”. “Non ci fermiamo davanti ai diktat dell’Anpi”, ha promesso il leader Roberto Fiore che ha annunciato che chiederà di togliere all’Associazione nazionale partigiani d’Italia i “fondi che gli arrivano dal ministero della Difesa, dalla Regione e dal Comune”.