FIRENZE – “Il carcere rischia di essere un luogo in cui più del 50% della detenzione ha a che fare con la politica delle droghe“. Lo ha detto Franco Corleone, garante per i diritti dei detenuti della Toscana, che ha aperto oggi il convegno ‘Carcere, test antidroga e diritto alla privacy’ in corso a Firenze.
Corleone ha parlato di “dati impressionanti” a proposito di quelli che emergono da una ricerca sulle persone detenute nelle carceri toscane commissionata dalla Regione alla Fondazione Michelucci e che verranno presentati nel dettaglio : tra circa un mese: “Parliamo del 34% per violazione della legge sulle droghe per detenzione e piccolo spaccio, e di una percentuale vicina al 30% per lo stato di tossicodipendenza. E’ un fatto enorme” .
“Quando sento dire – ha aggiunto – che vogliono alzare le pene per il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti, mi immagino un aumento dei numero dei detenuti almeno da 60 a 70 mila“.
Corleone, parlando oggi a margine di un convegno su carcere, droga e privacy organizzato assieme al garante privacy e al difensore civico regionale, ha ricordato la recente sentenza con cui il tribunale e l’Autorithy della privacy hanno condannato l’amministrazione penitenziaria della Toscana per aver usato i risultati di un test anti-droga sottoposto ad alcune detenute come ragione di provvedimenti disciplinari e trasferimenti. “Il principio sancito è che le informazioni sulla salute dei reclusi non possono essere usate se non per fini sanitari e di cura” ha detto. “La salute è un diritto, tanto dei cittadini liberi che per i detenuti” ha aggiunto io Difensore civico regionale, Sandro Vannini.