FIRENZE – Una delle personalità più poliedriche e influenti del Rinascimento fiorentino, capace di esprimersi a livelli sublimi con la pittura, la scultura del marmo e del legno, la fusione del bronzo, l’arte orafa e quella della ceramica: un’artista a 360 gradi, come fu il suo più illustre allievo di bottega, Leonardo da Vinci. E’ dedicata ad Andrea di Michele di Francesco Cioni, detto il Verrocchio, la nuova grande mostra organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi che si apre al pubblico da sabato prossimo fino al 14 luglio.
“Verrocchio, il maestro di Leonardo”, la più ampia retrospettiva mai realizzata, curata da Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, raccoglie ben 120 opere. Nel 500/o dalla morte di Leonardo, un modo per celebrare una figura centrale del Rinascimento, ha sottolineato il presidente della fondazione Arturo Galansino. >>> Ascolta
Nel percorso espositivo, diviso tra Palazzo Strozzi e Bargello, Verrocchio e la sua opera è posto confronto e dialogo con i suoi maestri e i suoi allievi – da Desiderio da Settignano a Donatello, da Botticelli, a Filippo Lippi a Ghirlandaio, al Perugino a Signorelli, oltreché ovviamente a Leonardo – che fu “a bottega” da Verrocchio a cavallo tra gli anni ’60 e’70 del ‘400 , e il cui tocco compare com’è noto nell’angelo e nello sfondo del celeberrimo “Battesimo di Cristo”. Ma qual è stata l’effettiva influenza dell’insegnamento di Verrocchio sul giovane Leonardo? Lo spiega Paola d’Agostino, direttrice del museo del Bargello. >>> Ascolta
Tra le opere in mostra, anche capolavori notissimi custoditi a Firenze: le sculture bronzee del David verrocchiano e del Putto con Delfino, l’altrettanto famosa Dama con il mazzolino, giustapposta alle figure delicate di Desiderio e ai disegni di Leonardo. E ancora opere di straordinaria bellezza in arrivo da Londra, Berlino, Vienna e USA che permettono un eccezionale raffronto “dal vivo” tra maestri, come nel caso della cosiddetta “Madonna di Volterra” di Verrocchio prestata dalla National Gallery, e della “Madonna con Gesù bambino” ancora da Berlino, della “Madonna con Gesù bambino due angeli” di Botticelli giunta da Capodimonte e la “Madonna con Gesù bambino e due angeli” di Filippo Lippi. >>> Ascolta Arturo Galansino
In mezzo a capolavori di tale portata, sembrerà strano, ad attirare grande curiosità è però una piccola opera al nome di Leonardo: una “Madonna con bambino” realizzata in terracotta, proveniente all’Albert and Victoria Museum di Londra e finora genericamente identificata come prodotto della bottega del Verrocchio, per cui i curatori della mostra Caglioti e de Marchi propongono l’attribuzione ad un giovane Leonardo da Vinci.
Grande spazio infine è dedicato alle capacità del Verrocchio scultore del legno: tante le opere in legno, alcune di straordinaria fattura – come i “ritratti” Giuliano de Medici e di altri giovani nobili fiorentini – a testimonianza dell’importanza del Verrocchio nel creare una vera e propria “scuola”, il cui stile avrebbe contagiato mezza Italia. Non a caso, quindi la mostra, oltre che a Palazzo Strozzi, comprende una corposa seconda sezione al Bargello, in cui viene esposto uno dei capolavori assoluti verrocchiani, il “Gesù Cristo e San Tommaso” (trasferito per l’occasione dal Museo di Orsanmichele), ammiratissimo dai contemporanei e considerato “modello” per generazioni di artisti. Sentiamo ancora Paola D’Agostino, direttrice del Museo del Bargello.
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