FIRENZE – La notizia della misura cautelare agli arresti domiciliari per i genitori dell’ex premier è arrivata ieri in serata: le accuse sono di bancarotta fraudolenta e false fatturazioni. In sintesi, ciò che ipotizza la ricostruzione dell’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo e condotta dai sostituti pm Turco e von Borries, è che sia stata messo in piedi un “sistema” di società fittizie gravitanti intorno alla “Eventi6” dei coniugi Renzi – le cosiddette bare” – cui imputare i costi del personale, erariali e previdenziali e poi far fallire.
Partendo dalle due presunte false fatture alla Eventi6 dell’imprenditore degli outlet Luigi D’Agostino – già emerse mesi fa nelle indagini – i magistrati sarebbero risaliti in dietro nel tempo al 2012 a 3 società cooperative, la Delivery e la Europe Service (già fallite) e la Marmodiv (in fallimento) che sarebbero intestate a prestanome facenti capo ai Renzi. Riguardo la Marmodiv, in particolare, intercettazioni dimostrerebbero che i soldi delle fatture emesse venivano restituiti in contanti alla Eventi6.
I domiciliari, scrive il gip nel suo provvedimento, sono motivati dal rischio di reiterazione del reato e inquinamento delle prove: “I fatti per cui si procede – scrive il gip – non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti” e “portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini”. Nell’inchiesta sono coinvolte atre 13 persone, amministratori e membri del cda delle tre società, tra cui anche Roberto Bargilli, già autista del camper delle primarie di Renzi del 2012.