FIRENZE – La vita degli africani o degli italiani di seconda generazione in Italia, la cementificazione delle campagne in Africa, i diritti delle donne. Sono questi i temi al centro della sesta edizione del Kibaka Film Festival, la rassegna dedicata al cinema africano in programma il 12 e il 19 febbraio al cinema la Compagnia di Firenze, inserita nel BlacK History Month Florence.
“Kibaka significa sedia nella kimbundu – ricorda Matias Mesquita, direttore del Festival – e si riferisce alla sedia di legno che a Luanda, in Angola, avevamo tutti nelle case. Mio nonno, quando arrivava, si sedeva lì e raccontava tutta la storia della famiglia e del villaggio, in una sorta di cinema orale”. “Inevitabilmente – continua Mesquita – al Kibaka ci troviamo ogni anno a smontare stereotipi e luoghi comuni sull’Africa”.
Il Festival nato nel 2011, promosso e realizzato dall’Associazione Angolana Njinga Mbande e diretto da Matias Mesquita, propone quest’anno quattro film, due documentari e quattro corti realizzati da ragazzi di seconda generazione in Italia. Si parte domani dalle 18.00 con 24Hour Barbershop, di Eusebio Di Cristoforo, che racconta la vita all’interno di un barbiere fiorentino gestito e frequentato da africani, alle 20.30 in proiezione di Ancora un giorno, di Raúl de la Fuentee e Damian Nenow, in cui l’animazione si unisce al documentario e a interviste per raccontare la storia del viaggio in Angola nel 1975 del celebre reporter Ryszard Kapuściński. Alle 21.40 Tant Qu’on Vit, di Dani Kouyaté, una commedia impegnata sul tema universale dell’identità in movimento, che racconta a storia di Kandia che dopo aver vissuto 30 anni in Svezia, decide di tornare a “casa” in Gambia con il figlio.
Info e programma su www.cinemalacompagnia.it.