FIRENZE – “I sindaci non solo possono, ma devono disapplicare il decreto sicurezza, e sollevare la questione di legittimità costituzionale di fronte alla magistratura”. Ne è convinto il costituzionalista Stefano Merlini, stamani parlando a Novaradio sul conflitto che si è aperto tra il governo e primi cittadini di molti Comuni sull’applicazione del decreto.
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“Le norme contenute nel ‘dl Salvini’ sono palesemente incostituzionali, dato che violano la tutela dei principi inviolabili dell’uomo dell’articolo 2 della Carta costituzionale – spiega Merlini – che è una norma giuridica a tutti gli effetti, anzi la più cogente, cui non solo il governo e la PA ma anche tutti gli incaricati di pubblici uffici sono tenuti a rispettare”. “I diritti in questione – ricorda Merlini – sono quelli ‘dell’uomo’, cioè accordati dalla nostra comunità politica a tutti, e non solo ai ‘cittadini’ italiani”.
Lo scontro è sulle norme del decreto che influenzano le competenze dei sindaci, ed in particolare il divieto dell’iscrizione all’anagrafe cittadina, e il conseguente riconoscimento della residenza che permette ai richiedenti asilo di accedere a tutta una serie di servizi, dall’alloggio all’istruzione. “La strada maestra da seguire per i sindaci – spiega ancora Merlini – è procedere all’iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo e, in caso di una reazione da parte dell’esecutivo e dei prefetti, opporsi in giudizio sollevando la questione di incostituzionalità di fronte alla magistratura, l’unica che ha il compito di decidere nel merito”.