FIRENZE – “Aspetto i risultati dell’analisi costi-benefici, e penso che Salvini non conosca molto bene il dossier”. All’indomani delle dichiarazioni del vicepremier che sposano l’ampliamento dello scalo fiorentino (“non toglie niente a nessuno”) il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli “sconfessa” oggi il collega di governo e leader leghista con poche frasi all’agenzia Adnkronos. “E’ sempre bello dire ‘costruiamo una cosa nuova’ – dice Toninelli – è suggestivo, ma servono 150 milioni, con i soldi dei cittadini la facciamo solo se serve”.
L’uscita è solo l’ultima di una lunga serie che ha visto esponenti pentastellati e leghisti, alternativamente, dare una lettura diversa sulla posizione da prendere di fronte al progetto di ampliamento e di nuova pista parallela di Peretola, e che vede sostanzialmente su fronti opposti, da un lato, la componente leghista fiorentina e i vertici nazionali , più vicini agli ambienti imprenditoriali e produttivi fiorentini, favorevoli al potenziamento del Vespucci, dall’altra il M5s regionale e la componente leghista “pisana” che fa capo alla commissaria regionale Susanna Ceccardi.
Ricorre all’ironia il sindaco di Firenze Dario Nardella per commentare quest’ultima esternazione: “Questo è un governo che come attività centrale ha quello di smentire se stesso”. “Siamo alla commedia, per non dire alla tragedia – ha continuato il sindaco -. Noi andiamo avanti per la nostra strada, non possiamo rimanere alla finestra ad assistere a questo spettacolo piuttosto deprimente”.
Diversa la posizione invece espressa dalla Cgil Firenze. “Noi abbiamo una posizione chiara come Cgil, riteniamo l’opera non positiva” spiega Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze. “Fa rabbia – ha proseguito Calosi – che Confindustria non apra col sindacato, con la Cgil, un confronto a 360 gradi sul modello di sviluppo: pone al centro l’elemento della pista come unica ragione della presenza o dell’assenza degli investimenti. Ma in questa città gli investimenti ci sono stati prima, e continuano a non arrivare ora, indipendentemente da come è orientata la pista. Bekaert non chiude a Figline Valdarno (Firenze) per la pista, ma perché sposta le sue produzioni in un paese a basso costo”.