FIRENZE – Entro tre anni il buco di viale Belfore sparirà: l’enorme buca creatasi nell’ex area Fiat dal fallimento del progetto dell’hotel di Jean Nouvel è destinata a lasciare il posto al nuovo studentato del gruppo TSH – The Student Hotel, lo stesso che ha già riqualificato in modo analogo l’ex palazzo delle Ferrovie di viale Lavagnini. L’investimento complessivo è pari a qualcosa come 63 milioni di euro complessivi nella nuova struttura ricettiva.
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Il progetto, affidato allo studio Natalini, è stato presentato oggi dal sindaco Dario Nardella, al termine del confronto che ha risolto, a quanto pare, le divergenze sull’uso degli spazi pubblici che nei mesi scorsi aveva fatto sorgere discussioni tra Comune e nuova proprietà. “Un grande giorno – ha detto Nardella – diamo una svolta a questo buco che è stato un elemento di degrado e di abbandono per troppi anni”.
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L’elemento architettonico che caratterizzerà la nuova struttura sarà la grande scalinata che conduce alla terrazza-tetto aperta a tutti da cui si potrà godere di un’inedita visuale dello skyline fiorentino: là, a 20 metri di altezza dal suolo, troveranno spazio una piscina, un anello per il footing e attività sportive e aree a verde. Per il resto il progetto, almeno stando ai rendering mostrati, cercherà di integrarsi in modo abbastanza sobrio con i palazzi circostanti, con un richiamo diretto anche al prospiciente palazzo del Mazzoni.
Dei 32 mila metri quadri complessivi, 21 saranno dedicati allo studentato, quasi 3.000 a spazi commerciali, 1.900 per funzioni direttive e spazi pubblici, e ci saranno anche 6.000 mq destinati ad alloggi di housing sociale e un giardino sul piano strada. Il progetto prevede anche il ridisegno dell’intero isolato, con l’ampliamento della carreggiata di via Benedetto Marcello e la realizzazione di nuove piste ciclabili.
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L’iter urbanistico è concluso, con tutti i bollini anche della sovrintendenza, nei prossimi mesi si apre quello edilizio vero e proprio. I lavori allo studentato dureranno almeno 2 anni, ma potranno partire solo una volta che verrà completata la non breve fase di messa in sicurezza dell’area e il prosciugamento del grande lago formatosi nei lunghi anni di abbandono: operazioni che vengono effettuate con una grande chiatta galleggiante che ospita gli operai impegnati nel consolidamento dall’alto in baso via via che lo specchio d’acqua verrà svuotato.