FIRENZE – Sollevano critiche e numerosi interrogativi giuridici le due circolari emanate dal prefetto di Firenze, Laura Lega, che riguardano l’organizzazione della vita dei migranti ospiti nei Cas – i Centri di accoglienza straordinaria individuati dai prefetti in accordo con i Comuni – e che prevede il rientro obbligato degli stranieri nei centri tra le 20 e le 8 della mattina (non più dalle 23) e l’obbligo di aprire i pacchi postali recapitati agli ospiti alla presenza dei responsabili dei centri per “questioni di sicurezza” e verificare che i prodotti non siano “sproporzionati”.
“Due provvedimenti a serio dubbio di costituzionalità ” commenta Emilio Santoro dell’associazione fiorentina Altrodiritto, che da anni opera a difesa dei diritti in particolare delle categorie più deboli: “Forse il prefetto ha voluto interpretare troppo fedelmente lo spirito del ministro dell’interno” aggiunge, annunciando battaglia: “non appena arriva una segnalazione faremo sicuramente ricorso”
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“La segretezza della corrispondenza e’ inviolabile, tanto che non e’ eliminabile neppure per i mafiosi al carcere duro” spiega ai microfoni di Novaradio” “e anche una limitazione troppo severa della libertà di circolazione, non giustificata da esigenze straordinarie di sicurezza, e’ contraria alla legge se non è stabilita da un magistrato”. “Non si può dimenticare – ricorda Santoro – che qui non si tratta di persone con limitazione della libertà, come appunto detenuti o persone in affidamento ai servizi sociali, ma di richiedenti asilo in attesa di una risposta ad una loro domanda da parte dello Stato”.
Dubbi sono stati espressi anche dal presidente Cesvot ed ex parlamentare Pd, Federico Gelli: “La Prefettura di Firenze ha deciso di limitare i diritti e le libertà di alcune persone proprio in base alla loro condizione di richiedenti asilo o protezione umanitaria. Si sta apertamente violando ogni norma, a partire dalla nostra Costituzione. Non è possibile pensare che quei migranti siano persone di serie “.
Dure critiche anche da Articolo1 in Consiglio Regionale: per Serena Spinelli, coordinatrice regionale Mdp, una scelta che “appare immotivata e volta ad alimentare un clima di diffidenza che non fa bene a nessuno. Non si garantisce maggiore sicurezza restringendo libertà personali”.