FIRENZE – Il numero 713 – tante quante le morti sul lavoro nel corso del 2018 in Italia – composto da decine di caschetti gialli da operaio disposti sull’arengario di Palazzo Vecchio.
Con questa simbolica iniziativa si è aperto stamani il convegno “Al lavoro in sicurezza – Un impegno per la città” organizzato dai sindacati confederali fiorentini Cgil Cisl e Uil di Firenze e dedicato ai temi della sicurezza sul luogo di lavoro e la prevenzione di infortuni e malattie professionali. Tra gli interventi, quello di Paola Galgani e la testimonianza della famiglia di Fabio Rossini, morto sul lavoro nel 2017 a soli 21 anni, dell’assessore alla sicurezza Federico Gianassi.
A Firenze le morti sul lavoro nei primi 6 mesi dell’anno son in leggero calo – 7 contro le 11 dello stesso periodo del 2017 – ma pressoché invariate le denunce di malattie professionali (311 contro 319).
I numeri però parlano di una costante piaga: nel 2017 tra Firenze e provincia in totale gli infortuni hanno raggiunto quota 12.062, solo 300 in meno rispetto all’anno prima. A sorpresa, nel territorio metropolitano, ci si infortuna di più nel comparto del manifatturiero e del turismo (oltre 2.000 casi) ancor prima che in edilizia.
“Serve un impegno forte si tutti, a partire dai lavoratori, spesso precarizzati e poco consapevoli dell’importanza di regole essenziali pr la loro incolumità” ha spiegato stamani a Novaradio Elena Aiazzi, responsabile sicurezza delle segreteria metropolitana della Cgil.
>>> Clicca per ascolta l’intervista a Elena Aiazzi, della segreteria della Camera del Lavoro metropolitana di Firenze
Uno sforzo quello che chiedono i sindacati anche su prevenzione. “Servono più uomini da destinare alle funzione controllo e sanzione: a Firenze l’Inps conta solo 25 uomini, l’ispettorato del lavoro 37 effettivi, cui si aggiungono 80 ispettori dell’Asl per l’intera area vasta Toscana Centro”.