FIRENZE – “Alcune vittime del Forteto sono spaventate, hanno perfino paura uscire di casa, tra le altre c’è amarezza e preoccupazione per come sia stato possibile che un condannato definitivamente a oltre 15 anni di carcere possa essere ancora in libertà”. A parlare a a Novaradio Sergio Pietracito, presidente dell’associazione delle vittime del Forteto, commentando a Novaradio la decisione della Cassazione che ha scarcerato Rodolfo Fiesoli, condannato per abusi e violenze nei confronti dei minori affidati alla comunità del Forteto.
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l cosiddetto “profeta” del Forteto, resterà libero almeno fino a novembre. Per il 16 di quel mese infatti è fissata l’udienza per il nuovo processo in cui deve essere giudicato di nuovo per un reato di violenza sessuale di gruppo. Nel frattempo Fiesoli, in base a quanto riferiscono alcuni quotidiani, sarebbe tornato in Mugello, presso l’abitazione della moglie a San Piero a Sieve.
La decisione della Cassazione ha sollevato una ridda di reazioni critiche. “La vicenda Forteto non è, ancora oggi, da considerarsi chiusa. Serve agire in modo coerente per realizzare quella discontinuità nella gestione della Cooperativa che ancora subisce l’influenza dei condannati” dicono Petra Filistrucchi e Patrizia Bucarelli coordinatrici del progetto Oltre, guidato dal centro antiviolenza Artemisia con la Società della Salute del Mugello, per sostenere l’autonomia delle persone uscite o in uscita dal Forteto che dall’ottobre 2015 ha ricevuto 47 richieste di aiuto.
L0 steso Pietracito, a nome dell’associazione delle vittime, torna chiedere alla Lega delle cooperative affinché si muova, come promesso solo qualche mese fa, per fare pressioni sul Forteto perché estrometta le persone coinvolte nell’inchiesta, condannate civilmente per gli abusi e per cui è intervenuta la prescrizioni in sede penale: “La cooperativa stessa dovrebbe cambiare nome, ormai il suo nome è troppo legato a questa vicenda, tanto che in Italia le vendite in Italia sono crollate”. Poi l’appello alla politica: “Tutti, da Fratelli d’Italia fino al Pd passando dal M55 ora chiedono una commissione d’inchiesta parlamentare d’inchiesta – dice – ora davero non ci sono più ostacoli perché alle parole si passi ai fatti”.