FIRENZE – La protesta contro la chiusura della Bekaert di Figline arriva fino in Belgio: i lavoratori dello stabilimento valdarnese sono intenzionati ad andare in massa in terra belga per fare sentire la loro voce con una manifestazione sotto la sede centrale belga dell’azienda che a distanza di 3 anni dall’acquisizione dell’allora stabilimento Pirelli ha annunciato di voler di chiudere tutto e trasferire la produzione dei fili d’acciaio in Romania: 318 persone licenziate in tronco.
La data per la protesta in Belgio non è stata ancora decisa, e si sta studiando il modo per organizzarla: tra le ipotesi anche quella di affittare un volo charter per portare le centinaia di persone – i lavoratori e le loro famiglie, ma non solo – pronte a manifestare per difendere il sito produttivo.
Non è la sola iniziativa cui si sta pensando per tenere alta l’attenzione sulla crisi: monteranno anche un palco di spettacoli e intrattenimenti estivi davanti alla fabbrica dal 5 al 21 agosto, stanno organizzando cene di solidarietà in collaborazione con l’ARCI e le case del popolo della zona, e stanno pensando anche di lanciare un boicottaggio contro i prodotti Bekaert: “I fili d’acciaio prodotti a Figline diventano le gabbiette che trattengono i tappi di grande parte delle bottiglie di spumante prodotte in Italia – spiega Daniele Calosi, segretario Fiom Cgil – che non credo saranno molto contente di sapere che son prodotte da un gruppo che delocalizza in questo modo”
>>> Ascolta l’intervista a Daniele Calosi, segretario Cgil Firenze
Per il resto si spera nel governo, e nelle rassicurazioni del ministro del lavoro Luigi Di Maio, che all’ultimo incontro ha abbandonato il tavolo di fronte all’indisponibilità totale al dialogo dell’azienda. “Aspettiamo una nuova convocazione al Mise per capire quali ulteriori passi sono stati fatti dal ministro – dice ancora Calosi – ma il punto di partenza non può essere che il ritiro della procedura di licenziamento”.