CARRARA – ‘Basta morti sul lavoro’: dietro questo striscione circa 800 lavoratori hanno sfilato stamani per le strade di Carrara (Massa Carrara) per reclamare più sicurezza nelle cave di marmo dopo l’incidente mortale, accaduto venerdì scorso e in cui ha perso la vita Luciano Pampana, 58 anni, originario di Viterbo, schiacciato da una ruspa.
La manifestazione è coincisa con lo sciopero generale di 8 ore per la giornata di oggi proclamato dalle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil. Negli ultimi 12 anni, dal 2006 al 2018, in cava si sono registrati undici incidenti mortali, oltre a 1200 infortuni.
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“Non si può più assistere a tragedie come quella di venerdì – dichiarano i tre sindacati – non è la fatalità ma ancora il mancato rispetto delle più elementari norme di sicurezza”. A Massa Carrara operano nel settore lapideo 1.765 addetti in 173 aziende tra cave e laboratori. La campagna di controlli avviata un anno fa da Regione, forze dell’ordine e sindacati sta dando alcuni frutti ma no è sufficiente, soprattutto sul lato delle sanzioni: “Le cave che non rispettano e non fanno rispettare le norme di sicurezza devono essere fermate” ha dichiarato Chiara Bartoli, segretaria toscana Fillea Cgil: “E’ necessario – ha aggiunto poi – che venga introdotta la sospensione dell’attività in caso di gravi irregolarità, e che si introduca il reato di omicidio sul lavoro”.
>>> Clicca per ascoltare l’intervista a Giulia Bartoli, Fillea Cgil Toscana