PRATO – “Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più. Basta, non si può e non si deve morire di lavoro”. Nelle parole della segretaria Cisl Annamaria Furlan, l’appello ribadito ieri dalla migliaia di persone che hanno preso parte ieri a Prato alla grande manifestazione-corteo organizzata dai sindacati nazionali.
Concetto sottolineato più volte dai tre segretari confederali: “Sulla sicurezza – ha detto Susana Camusso, segretaria Cgil – ancora troppi insistono a dire che sono dei costi e devono essere tagliati”, e “nonostante tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c’è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà”.
“Assistiamo a nuove forme di sfruttamento e di schiavitù che credevamo di aver sconfitto e superato per sempre” le ha fatto eco Furlan, che ha citato anche i lavoratori della cosiddetta gig economy: “Siamo con i lavoratori di Amazon, di Foodora e di altre aziende che sono sottopagati e senza alcuna tutela”.
Prima i tre segretari hanno deposto una corona di fiori al cimitero di Marcugnano a Carrara, dove il 19 luglio 1911 nella cava di Bettogli si verificò un terribile incidente inc ava che costò la vita a persone: “Oggi siamo allo stesso livello di mortalità del 1911 e questo vuol dire che non stiamo facendo nulla” segretario Uil Carmelo Barbagallo.
Dal palco di Prato i tre segretari hanno anche lanciato un chiaro messaggio ai partiti impastoiati nei veti reciproci che a due mesi dalle elezioni impediscono la creazione di un governo: “Non ci si avvicina ai problemi del Paese continuando ad invocare il voto, servono cose concrete” ha detto Camusso. “Necessario e urgente che ci sia un governo” per i segretario Uil Barbagallo, mentre Annamaria Furlan: “Ci sia senso di responsabilità della politica”.