LIVORNO – E’ la giornata del dolore e della rabbia oggi per Livorno, dopo la morte sul lavoro di Lorenzo Mazzoni, 25 anni e Nunzio Viola, 52, i due operai della Labromar rimasti uccisi ieri dall’esplosione di un silos contenente acetato di etile, un solvente altamente infiammabile.
“Sono vicino alle loro famiglie, ai lavoratori e alla città di Livorno” il messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che parla di “ennesima, intollerabile tragedia.
Alta l’adesione da stamani allo sciopero generale di tutte le categorie proclamato dai sindacati confederali, e una grande partecipazione è quella che si attende per la fiaccolata dalle 21 da piazza della Repubblica fino al Comune attraverso le strade del centro: in memoria delle 2 vite spezzate ma anche per richiamare al tema dei decessi sul luogo di lavoro – 72 vittime in Toscana nel 2017, già 4 solo a Livorno da inizio anno.
“Il cordoglio alle famiglie prima di tutto. Non è ammissibile nel 2018 andare al lavoro e non tornare a casa” ha detto Fabrizio Zannotti, segretario generale della Cgil di Livorno.
Tutte da chiarire la cause del disastro: la procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo: dato che, in base quanto emerso, il serbatoio era stato già svuotato dal solvente, e l’ipotesi è che vi potrebbe essere stato un innesco incontrollato a provocare lo scoppio.
Intanto i sindaci Nogarin di Livorno e Bacci di Collesalvetti, dov’era nato uno dei due operai, hanno deciso per il lutto cittadino nel giorno dei funerali.