TOSCANA – Finivano riciclati in Toscana i soldi accaparrati dalla camorra e dalle sue aziende per gli appalti commissionati dalla Asl 3 di Napoli Sud: lavori pubblici per milioni di euro mai eseguiti, con i soldi degli appalti che venivano riciclati in aziende toscane e campane.
È quanto ricostruito da un’indagine nei confronti di un’organizzazione contigua al clan dei Casalesi con base a Lucca, sgominata dalla Guardia di Finanza in Toscana nel quadro di un’inchiesta coordinata dalla procura nazionale Antimafia assieme alla Dda di Napoli.
Agli arresti sono finite 5 persone: un dirigente della Asl 3 di Napoli Sud e 4 imprenditori edili di Lucca e Caserta, di cui 3 potevano di fatto considerarsi ‘a disposizione dei camorristi legati alla fazione dei casalesi del boss Michele Zagaria, che avrebbero anche consentito al clan, “tramite un imprenditore campano considerato ‘a libro paga’ della famiglia Zagaria, di aggiudicarsi diversi appalti della Asl.
Il sodalizio economico-mafioso con base in provincia di Lucca, è stato spiegato, si sarebbe aggiudicato oltre 50 commesse della Asl 3 di Napoli sud, per lavori di somma urgenza e “cottimi fiduciari”, mai eseguiti. Un meccanismo grazie al quale sono stati aggiudicati appalti per oltre 6 milioni di euro, “reinvestiti” anche in Toscana nello svolgimento delle attività immobiliari dello stesso gruppo.
L’inchiesta è solo l’ultima di una serie che nelle scorse settimane hanno portato alla luce i legami tra criminalità organizzata di stampo mafioso e la Toscana, come A riprova del fatto che la nostra regione sia terra privilegiata per il riciclaggio e il “reinvestimento” dei proventi illeciti della criminalità organizzata, arriva oggi il sequestro da parte delle Fiamme Gialle ai danni del boss dalla “mala del Brenta” Felice Maniero, da parte degli uomini del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza di 3 immobili, nelle province di Lucca, Pisa e Firenze, per un valore complessivo di 17 milioni.
