FIRENZE – Una favola antica e moderna che parla di invidia e del non saper accettare l’età che avanza. È “La scortecata” lo spettacolo di Emma Dante, che ha debuttato trionfalmente allo scorso Festival di Spoleto, e che da giovedì 22 a sabato 24 marzo arriva sul palco del Teatro di Rifredi.
Il testo è adattato da una celebre novella (trattenimiento decemo de la iornata primma ) della raccolta “Lo cunto de li cunti” di Giovambattista Basile. Ne “La vecchia scortecata” lo scrittore napoletano narra la storia di un re che s’innamora della voce di una vecchia, la quale vive in una catapecchia insieme alla sorella più vecchia di lei. Il re, gabbato dal dito che la vecchia gli mostra dal buco della serratura, la invita a dormire con lui. Ma dopo l’amplesso, accorgendosi di essere stato ingannato, la butta giù dalla finestra. La vecchia non muore ma resta appesa a un albero. Da lì passa una fata che le fa un incantesimo e diventata una bellissima giovane, il re se la prende per moglie.
Nell’adattamento di Emma Dante le due vecchie sorelle decrepite e brutte, Carolina e Rusinella, sono interpretate da Salvatore D’Onofrio e Carmine Maringola una coppia di ‘maschi vigorosi’ cui sono affidati ruoli femminili come nella tradizione del teatro settecentesco. Usando degli orpelli scenici minimalisti ed essenziali, in un palcoscenico praticamente vuoto i due uomini mettono in gioco tutta la loro prorompente fisicità per dare vita a un racconto da sogno, drammatizzando la fiaba con umorismo e volgarità.
Nel contado napoletano del diciassettesimo secolo, le due sorelle, che si sopportano a fatica ma non possono vivere l’una senza l’altra, tirano avanti nella trepida attesa di un miracolo e, per far passare il tempo, inscenano la fiaba. Quando alla fine non arriva il fatidico: “e vissero felici e contenti…” la più giovane, novantenne, chiede alla sorella di scorticarla per far uscire dalla pelle vecchia la pelle nuova.
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