FIRENZE – “Una direzione collegiale per il Pd Toscana cui affidare il compito di rompere l’isolamento del partito e costruire un nuovo centrosinistra, aperto non solo alle altri partiti ma a tutta la società”.
E’ questo l’unica via, almeno secondo Monia Monni, consigliera regionale Pd da tempo in posizione critica verso l’attuale dirigenza, con cui il Pd può affrontare le prossime sfide. Una richiesta che Monni ha ribadito ieri al segretario del Pd Toscana, Dario Parini, che ieri si è presentato dimissionario alla direzione regionale del partito convocata alla Casa della Cultura.
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Una riunione che avrebbe dovuto individuare una nuova guida per il “dopo Renzi” ma che si è chiusa con un nulla di fatto, ed è stata aggiornata a domani mattina. La proposta di Parrini, di affidare fino al prossimo congresso la direzione del partito toscano ad un triumvirato renziano composto da dal segretario metropolitano fiorentino Marco Recati e dal presidente Anci Toscana e sindaco di Parto Matteo Biffoni ha incontrato l’opposizione, ancor prima della minoranza orlandiana, di Antonello Giacomelli, uomo forte della corrente franceschiniana: segno che il “redde rationem” interno è iniziato.
La partita non è solo una questione di nomine, ma riguarda le decisioni da prendere su strategie, alleanze e candidati per prossime comunali. Tra le città al voto ci son Pisa, Siena, Massa, comuni che dopo anni di predominio incontrastato, dopo il voto del 4 marzo scorso i democratici toscani temono seriamente di perdere.
“Bisogna ripartire dalle ragioni di una sconfitta dal senso si autosufficienza e dall’incapacità di parlare alle fasce più impoverite – l’analisi di Monni – e ripartire aprendoci al dialogo con tutti, non solo i partiti, ma anche a sindacati, associazioni e società civile”.