FIRENZE – “I 282 milioni in più chiesti dal consorzio Tram per i costi extra delle linee 2 e 3? Cifre in libertà con cui le ditte forse vogliono mettere le mani in avanti di fronte al rischio di pagare penali per i ritardi”.
Così ai microfoni di Novaradio l’assessore comunale alle grandi opere Stefano Giorgetti commenta la notizia pubblicata ieri da Repubblica Firenze sulla cifra monstre indicata in un’istanza di arbitrato dal consorzio costruttore come risarcimento per i ritardi e le spese aggiuntive. Nello stesso documento si leggono tempi più lunghi per l’entrata in servizio: ad agosto per la linea 3 e addirittura fine novembre per la linea 2. “Nell’accordo sul cronoprogramma che la Tram spa ha firmato con noi a dicembre – sottolinea Giorgetti – è indicato fine febbraio per l’ultimazione della sede tramviaria e giugno per le altre opere”.
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Qualcosa però non quadra, se il presidente di tram spa Bartaloni segnala che dentro il palazzo del Mazzoni su viale Redi mancano ancora 30 metri di binari. “I lavori sono complessi – ammette Giorgetti – io non mi arrabbio per gli errori e i ritardi delle ultime settimane, ma per la lentezza dei cantieri nel primo anno di lavori”.
Novità potrebbero emergere dalla riunione sul cornoporgramma fissata per domani: in caso di revisione dei tempi, però, l’annuncio più volte ribadito dalla giunta della piena operatività a giugno rischia di trasformarsi in un boomerang. Il sindaco Dario Nardella non si scompone: “Ci sono degli impegni presi dalle ditte, vedremo se saranno rispettati. Abbiamo accelerato, stiamo parlando di una delle opere strategiche più grandi e importanti del paese. Non è una scaramuccia con le ditte che ci spaventa”.
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