FIRENZE – “Siamo davvero sicuri che costruire un nuovo inceneritore costerà meno che non farlo?”. La domanda è retorica, ma quel che conta è che arriva presidente della Toscana Enrico Rossi.
Il governatore, a pochi giorni dal “dietrofront” con cui ha rottamato il progetto di termovalorizzatore (tra l’aeroporto e l’inceneritore sceglierei il primo”), ieri ha pubblicato i dati dei 60 comuni toscani (su 260) che hanno superato il 65% di raccolta differenziata previsto delle norme Ue.
Una risposta esplicita ai vertici di QThermo, il consorzio (Alia+Hera) formato costruttore del futuro impianto che avevano parlato di un costo di 20-30 milioni tra penali e aumenti tariffari per lo smaltimento rifiuti di euro in caso di stop all’opera.
“Se tutta la Toscana si comportasse così non ci sarebbe bisogno di nessun nuovo impianto di smaltimento” dichiara su fecebook Rossi, sposando di fatto le tesi da anni sostenute dalle associazioni ambientaliste, dalla rete No Waste e dai comitati della piana. Esulta il gruppo “Mamme no inceneritore”: “Anche Rossi si è convinto, il partito dei sostenitori ormai è sempre più ristretto” spiega Daniele Pagliai del comitato che aggiunge: “Quello dei costi e delle penali è un tema ormai in ballo da tempo, ma le cifre sono tutte da verificare. La questione è tutta nelle mani della politica, anche perché sia Alia che Hera, che fanno parte del consorzio Qthermo sono in definitiva società controllate da enti pubblici, che ai cittadini devono alla fine rispondere”.
>>> Clicca per ascoltare l’intervista a Daniele Pagliai, del comitato mamme no Inceneritore