TOSCANA – Una terra dove la mafia non controlla il territorio e non mostra il suo lato più violento, ma un mercato di sbocco dove si fanno lauti affari, si ricicla il denaro sporco in attività “pulite”, e dove ci si insinua con il controllo di attività illegali che suscitano minore allarme sociale come gioco d’azzardo e prostituzione. E che rappresenta anche uno dei più importanti crocevia del traffico internazionale di stupefacenti, con un ruolo decisivo giocato dal porto di Livorno.
E’ il quadro dell’azione delle mafie organizzate in Toscana come emerge del primo rapporto del genere realizzato dall’Università di Pisa e presentato oggi a Firenze.
A essere particolarmente attivi nella nostra regione sono il clan dei Casalesi e la malavita casertana, soprattutto per quanto riguarda le attività di gioco d’azzardo e usura, tra loro strettamente legate. Lo sfruttamento della prostituzione, legato a fenomeni di tratta e riduzione della schiavitù, vede un ruolo prevalente di gruppi stranieri rispetto a quelli italiani.
Il più redditizio degli affari rimane quello del traffico di droga: quello toscano è tra i mercati più fiorenti tra le regioni italiane, con numerose organizzazioni a dividersi il controllo del territorio, mentre il porto di Livorno riveste un ruolo di carattere internazionale, come hub per l’ingresso degli stupefacenti da distribuire in Italia e Europa, in particolare la cocaina controllata dai clan ndraghetisti calabres.
La ricerca traccia anche una prima mappatura dei beni sotto sequestro o confiscati ad associazioni criminali: 451 in tutto, di cui 64 già riutilizzati per uso sociale; tra queste ci sono anche 46 attività imprenditoriali.
Capitolo a parte quello dedicato dalla ricerca alla capacità di pressione della criminalità sulla pubblica amministrazione, e cioè alla corruzione. In alcuni territori si assiste ad un aumento significativo: a Firenze, Lucca e Prato o ad Arezzo, dove i casi sono passati da 36 a 113. Almeno 21 sono i processi per corruzione, sei per concussione e 39 per peculato sono stati avviati nei tribunali toscani tra il 2014 e 2015.