FIRENZE – Ancora scritte che deturpano i monumenti di Firenze: stavolta ad essere imbrattato è uno dei luoghi simbolo della città, Ponte Santa Trinita. Uno sfregio che fa ancor più male, se si pensa che è stato perpetrato senza pudore, mentre il ponte era affollato di tanti tra fiorentini e turisti, e che gli autori dell’incivile gesto si sono allontanati praticamente indisturbati, liberi perfino di firmare la loro “impresa” su uno dei pilastri ai lati del ponte.
A vergare degli sgraziati cuori rosa sulle pigne del ponte progettato da Michelangelo, ieri pomeriggio un gruppo di giovani stranieri, forse turisti. La segnalazione arriva da un ascoltatore di Novaradio, che ha provato ad intervenire nell’indifferenza generale: “Erano circa le 19 e stavo passando in bici per il ponte – il suo racconto – quando ho sentito il puzzo delle bombolette spray: su una delle pigne c’era un gruppetto di ragazzi intenti nel disegnare qualcosa. Intorno c’era un sacco di gente ma nessuno sembrava fare caso a loro”.
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Uno sfregio di fonte al quale il nostro ascoltatore non ha saputo rimanere indifferente. “Quel ponte l’abbiamo ricostruito dopo che l’hanno fatto salare i nazisti, è troppo importante per la storia della nostra città: non potevo sopportare un comportamento così incivile” spiega ancora il nostro ascoltatore. E così ha deciso di intervenire: “Prima ho urlato loro di fermarsi, poi quando mi sono accorto che non erano italiani gli ho parlato in inglese; dal loro accento sembravano di origine slava, anche se non avevano l’aria dei turisti”.
Vistisi scoperti, alcuni di loro hanno iniziato a biascicare qualche scusa. “Ho continuato a parlargli, nel tentativo di farli rimanere ancora in zona” racconta ancora il nostro ascoltatore: “Nel frattempo ho chiamato il 113 con il cellulare: ero davvero arrabbiato, volevo che qualcuno intervenisse per punirli”.
Eppure l’atteso intervento non c’è stato: “Sono rimasto in linea per 4 minuti senza che nessuno rispondesse. Ma è possibile?” si chiede sconsolato. “Ho scattato delle foto ma era già buoi e i volti non si riconoscono. L’unica cosa che ho potuto fare è vedere il gruppetto che si allontanava, indisturbato e impunito”.
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