FIRENZE – Il processo d’appello per la strage del rapido 904 che vede come unico imputato Totò Riina e che in questi giorni doveva vedere il pronunciamento della sentenza (già rinviata da giugno) presso il Tribunale di Firenze, va invece ricominciato da zero.
A causare il ‘rinvio a data da destinarsi’ stabilito nell’udienza di oggi l’imminente pensionamento del presidente della corte Salvatore Giardina, previsto per i primi di ottobre. Sarà quindi necessario risentire tutti i testimoni ascoltati in primo grado, oltre alle nuove testimonianze di sei boss che era stato deciso di interrogare in appello.
Totò Riina in questo processo era stato assolto in primo grado, sentenza avverso la quale la pm Angela Pietroiusti aveva deciso di ricorrere in appello. Secondo quanto spiegato dalla Corte, il rinvio a data da destinarsi è stato disposto in virtù delle recenti modifiche apportate all’articolo 603 del codice di procedura penale – riforma Orlando – che impongono al giudice, nel caso di appello del pubblico ministero contro una sentenza di proscioglimento, di disporre la riapertura completa dell’istruttoria.
Per la strage del Rapido 904, che il 23 dicembre 1984 causò 16 morti e 260 feriti sul convoglio Napoli-Milano, ci furono a suo tempo condanne, tra cui quella si Pippo Calò, uno dei fedelissimi del boss Riina.
“E’ stata una doccia fredda per noi, non ci aspettavamo assolutamente un rinvio a data da destinarsi. Eravamo convinti di chiudere questa pagina dolorosa per noi e per tutta Italia. Siamo sconcertati, stupiti e sconvolti. Non è bello sentirsi dire dopo 33 anni: ‘avete aspettato tanto, ormai un mese più o un mese meno che vi cambia…’. Ce l’hanno detto durante l’udienza.” Lo ha detto Rosaria Manzo, presidente dell’Associazione strage treno 904, è intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus.
“Al nome di Riina si è arrivati dopo tanti anni – ha detto ancora Manzo – in tutti questi anni si doveva fare di più invece la strage era sempre stata messa da parte. Su questo c’è da porsi degli interrogativi. Rispetto ad altre stragi nella storia d’Italia questa è una di quelle di cui si parla meno, sicuramente perché mancano dei tasselli e la posta in gioco è alta. Questo rende comodo accantonare questa vicenda”.
Si esprime con una nota anche la presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili Giovanna Maggiani Chelli, che scrive: “Quando avremo mai la verità sulle stragi mafiose terroristiche eversive degli anni 90 se anche i ministri della Giustizia remano contro in tempi che paiono sospetti?”.