FIRENZE – Uno spettacolo sulla capacità di riscatto alla malattia mentale, ma anche un omaggio e un ricordo sincero e appassionato ad una figura simbolica della storia di San Salvi, e del percorso che ha portato l’ex manicomio a trasformarsi in un luogo convivenza tra sani e malati, ed incubatore di esperienze che anche grazie all’arte hanno dato un senso e un futuro alla “città chiusa”
Torna in scena a San Salvi da stasera a venerdì (ore 21,30) “Non si raccontano barzellette sui matti”, spettacolo scritto diretto ed interpretato da Sissi Abbondanza dei Chille de la Balanza e dedicato a Giusy Pastore.
Chi era costei? Una ex reclusa, entrata a San Salvi poco più che ventenne per disturbi comportamentali, scoprì nel 1983 la Tinaia, residenza artistica e luogo di contaminazione che le suggerì una strada nuova: iniziare a dipingere per dare una forma e una risposta alla sua malattia mentale, trasformandosi in breve in una figura di riferimento a metà strada tra la maga e l’artista. Le sue opere, in cui la pittura mescola forme e parole, sono state oggetto di mostre e tesi di laurea.
Nel 1997 l’incontro folgorante con i Chille, giunti a San Salvi come ripiego per mettere in scena il Van Gogh di Artaud: i suggerimenti arrivati da Giusy alla compagnia teatrale su come affrontare i tema delle pazzia sono la scintilla di un intenso rapporto di amicizia e collaborazione, fino alla scomparsa di Giusy, nel 2000.
Un personaggio fuori degli schemi e dalle righe, tormentato ma ironico, fonte di innumerevoli aneddoti. Ma anche “un’artista importante che negava di esserlo”. “Per questo – spiega Abbondanza – ho scelto di fare lo spettacolo per questo. E perché ne sentivo la mancanza”.