FIRENZE – Sul fronte dell’accoglienza migranti “il quadro sostanziale della Toscana è positivo in termini di collaborazione dei Comuni e delle associazioni di volontariato sul territorio”, ma “c’è un limite” al numero di persone ospitate “oltre il quale non possiamo ovviamente andare” per non mettere in crisi il modello di “accoglienza diffusa” adottato in regione. Lo ha detto Federico Gelli, presidente della commissione parlamentare di inchiesta sui migranti, dopo aver incontrato i prefetti della Toscana per il monitoraggio dei progetti di accoglienza.
“Credo che se vogliamo mantenere integra questa modalità e questa capacità di risposta – ha proseguito – il numero non può assolutamente aumentare rispetto agli obiettivi che il Ministero ci ha dato, il 7% del totale dell’accoglienza del Paese”. I migranti ospiti dei Cas e degli Sprar in Toscana all’11 luglio sono 13.827, contro i circa diecimila di un anno fa: una quota, appunto, intorno al 7% del totale nazionale. Su 277 Comuni sono 41, prevalentemente sulle isole, a non accogliere. “Se tutte le regioni accogliessero con lo stesso principio della Toscana – ha sottolineato Gelli – quella dei migranti non sarebbe vista come un’emergenza”. Ascolta l’intervista a Gelli >>
Secondo il presidente della Toscana Enrico Rossi, che ha parlato a margine di un’altra iniziativa in mattinta, “tutta questa ‘invasione’ di migranti continua ad attestarsi su 13.600 persone. Se la società toscana, che è fatta di 3,7 milioni di cittadini, non si chiude a riccio, e se il fenomeno viene governato, io credo che siamo ancora in grado di farvi fronte. Io credo poi che il modo giusto per accoglierli sarebbe quello di dare la responsabilità e i soldi ai Comuni, e non ai privati. Questa cosa la ripeto da tre anni”. Ascolta l’intervista a Rossi >>
Le criticità emerse nell’incontro sono la strutturale carenza del personale; le difficoltà del sistema di aggiudicazione “a lotti separati” degli appalti per i servizi di pulizia, ristorazione e ospitalità nei centri, “che in un modello diffuso come quello toscano crea problemi – ha riferito Gelli – perché la capillarità dei centri rende tutto complicato”.