A Carrara lo scontro che contrappone i due Parrini del PD

CARRARA – “Oggi è tornato il Pd di Carrara, purtroppo ce lo ha permesso un tribunale e non la politica”.  Così il segretario comunale del Pd di Carrara Raffaele Parrini, di nuovo in carica dopo la sentenza del giudice di Massa che ha annullato il commissariamento deciso dal Pd Toscana dopo che l’unione comunale aveva scelto come candidato Andrea Vannucci in disaccordo con gli socialisti e repubblicani, che sostengono la giunta uscente di Angelo Zubbani.
Ora la sentenza del tribunale ha rimesso tutto in gioco. “Il Pd di Carrara ha un solo candidato a sindaco – ha detto Raffaele Parrini – ed è Andrea Vannucci. Mi appello al segretario regionale e a Matteo Renzi perché in queste poche ore che mancano, portino il Pd a presentarsi unito alle prossime elezioni”.
Impresa difficile, dato che il Pd toscano, che al posto di Vannucci aveva candidato Andrea Zanetti, già ha annunciato ricorso. Per i segretario carrarino Parrini però la situazione va letta in modo diverso: “Qui a Carrara si rischia di fare la fine di Roma e Livorno” dice, e al suo omonimo regionale, Dario Parrini non le manda a dire: “Il Pd regionale non ha capito che Carrara non vuole essere comandata da Firenze. Con grande arroganza preferiscono perdere, piuttosto che far vincere uno non obbediente; hanno un’idea autoritaria della politica e dimostrano che il Pd non è più un partito di donne e uomini. Se io fossi nel segretario regionale mi dimetterei”.
La direzione regionale peròn on sembra affatto disposta al dialogo e ieri ha ribadito: ad attribuire il simbolo del partito è del segretario nazionale, quindi l’unico candidato Pd sarà Andrea Zanetti. Senza smuovere di un millimetro il Pd di Carrara, ufficialmente ripristinato: “Continueremo il progetto politico iniziato con Vannucci e 4 liste di coalizione, tra cui quelle di Sel-Si, e ci presenteremo  anche senza il simbolo del Pd”.