TOSCANA – Con il 79,12% dei consensi per Matteo Renzi, assomiglia quasi a un plebiscito il voto dei toscani alle primarie per la segreteria del Pd, che confermano la loro fiducia nel segretario uscente e relegano i suoi concorrenti a una quota del tutto marginale: 17% per Andrea Orlando e 3,88 per Michele Emiliano.
Rispetto al dato nazionale del 70%, Renzi raccoglie in Toscana dunque quasi 10 punti percentuali in più: il dato più alto è l’84% nell’empolese, ma è sopra l’80% anche ad Arezzo, Grosseto, Pistoia, Prato e nel territorio metropolitano di Firenze (in città si ferma al 79,19%), mentre il dato più basso è il 68% di Massa-Carrara. Speculari i risultati del ministro della giustizia Orlando, che raggiunge il suo massimo nel territorio apuano (28%), in quello pisano e livornese (23 e 21%). Solo briciole per Emiliano, che supera il %% solo nel collegio Firenze Sud (Chianti) e a Lucca.
In calo la partecipazione alle urne, in modo più marcato rispetto al dato nazionale: domenica scorsa al voto sono andati 210.000 elettori toscani, contro i 394.000 che avevano affollato circoli e gazebo nelle primarie Renzi-Bersani del 2013. Una diminuzione che in termini percentuali significa un -40% e che è più elevato rispetto alla media italiana.
“Il dato della partecipazione è allarmante, per Renzi e i suoi c’è poco da gioire” – commenta stamani a Novaradio Mario Caciagli, politologo e professore emerito all’Università di Firenze, che aggiunge: “Il pd è ormai il Partito di Renzi, e le elezioni si avvicinano. Ma la prospettiva, visto che la lagge elettorale difficilmente cambierà, è quello di uno stallo come avvenuto in Spagna e Belgio”
>>> Ascolta l’intervista a Mario Caciagli, politologo dell’Università di Firenze