Firenze – Pressioni del Governo su Aferpi-Cevital affinché mantenga gli impegni presi per il rilancio dell’ex Lucchini di Piombino. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, al termine dell’incontro di ieri con l’imprenditore algerino Issad Rebrab e il fronte sindacale, ha annunciato l’invio di una lettera ufficiale ad Aferpi.
Per i sindacati la lettera rappresenta la messa in mora del magnate, dopo i ripetuti inviti a rispettare gli impegni di investimento presi da tempo. Il ministro ha ipotizzato la firma di un accordo per prolungare il “periodo di sorveglianza” (che scadrebbe il prossimo luglio) fino al 2019, considerato che Rebrab, a circa due anni dall’arrivo a Piombino, non è ancora riuscito a far decollare il progetto di rilancio.
A un mese dallo sciopero provinciale della Fiom, e dopo il presidio dei giorni scorsi nella sala consiliare del Comune di Piombino, ieri una delegazione di circa 400 dipendenti di Aferpi è andata a Roma, di fronte al ministero, a sollecitare risposte. Nell’incontro ministeriale l’azienda ha confermato i progetti e il piano occupazionale, spiegando i motivi dei ritardi. Ha confermato anche l’avvio dei lavori di smantellamento e la presentazione, entro giugno, del piano complessivo per la liberazione delle aree. Infine l’imprenditore algerino ha accolto la richiesta dei sindacati, confermando la presentazione dell’istanza per la proroga degli ammortizzatori sociali.
Per Mirko Lami, della segreteria regionale della CGIL, intervistato stamani nel corso di News Box su Novaradio: “I lavoratori che ieri hanno manifeststo davanti al MISE sicuramente si aspettavano qualcosa di più concreto. Adesso ci sono 15 giorni nel quali la proprietà potrà dare alcune risposte importanti, a quel punto capiremo se la prtirta Cevital sarà chiusa o meno”. ASCOLTA L’INTERVISTA A MIRKO LAMI