FIRENZE – Una delegazione del consolato italiano di Smirne si è recata nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia, dove è trattenuto Gabriele Del Grande, il documentarista e giornalista italiano fermato 10 giorni fa durante un controllo al confine con la Siria, dove era giunto per realizzare alcune interviste.
L’invio di una rappresentanza consolare era stato disposto dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano. “Ho in fase di lavorazione un contatto mio personale e diretto con il Governo turco, per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda” ha detto Alfano, a proposito della vicenda del giornalista aggiungendo “Abbiamo esercitato tutte le pressioni che la diplomazia permette di esercitare e siamo in costante contatto con la famiglia”.
”Invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. La ragione del fermo è legata al mio lavoro” questo l’appello alla mobilitazione arrivato ieri dal Giornalista, che dopo 9 giorni è riuscito a parlare con i propri cari, dichiarando anche l’inizio di uno sciopero della fame.
La risposta è arrivata quasi subito dalla sua città: il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini da appuntamento oggi alle 18.15, in piazza San Michele per chiedere la liberazione del giornalista. Parteciperà alla manifestazione anche Enrico Rossi, il presidente della Regione Toscana ha parlato oggi con Massimo Del Grande, padre di Gabriele, ed è in contatto con la Farnesina per seguire gli sviluppi della vicenda.
La campagna per il rilascio di del grande era partita ieri sui social con l’hashtag #iostocongabriele, e anche Matteo Renzi ha aderito stamattina con un tweet “Tutti insieme, senza distinzioni, diciamolo chiaro al governo turco #iostocongabriele”.
Nel 2014 Gabriele Del Grande era stato ospite sulle nostre frequenze per presentare i film “Io Sto con la Sposa”, qui un estratto dell’intervista in cui si parlava di libertà di movimento tra confini e disobbedienza civile. Ascolta l’intervista >>