FIRENZE – Diventa un caso politico l’occupazione del convitto dei gesuiti vicino al Parterre a Firenze da parte 80 profughi e migranti somali scampati al rogo la settimana scorsa dell’ex mobilificio a Sesto Fiorentino.
“L’occupazione non è la giusta soluzione ai problemi dei rifugiati” ha fatto sapere in una nota padre Gianfranco Matarazzo, superiore maggiore della Provincia d’Italia della Compagnia di GesùI religiosi – stretti tra il dovere all’accoglienza e la necessità di aver la disponibilità dell’immobile – hanno per ora garantito che non chiederanno lo sgombero dell’immobile, ma fanno appello alle istituzioni perché intervengano.
Il sindaco Dario Nardella ieri se l’è presa con il Movimento di Lotta per la casa, accusandolo di “usare i migranti” per “un attacco politico”, ribadendo che l’amministrazione non si farà condizionare, senza però dare risposte ai gesuiti. Cui indirettamente si rivolge invece l’assessore al welfare Sara Funaro. “Il Comune non si è tirato indietro di fronte all’emergenza che ha avuto il Comune di Sesto e ha fatto la propria proposta di accoglienza. Che però è stata rifiutata dagli occupanti”.