FIRENZE – Niente accordo sulle sistemazioni proposte dai servizi sociali, e così circa un’ottantina degli stranieri, profughi e richiedenti asilo rimasti senza un tetto dopo l’incendio che ha distrutto l’ex mobilificio in cui è morto il somalo Ali Muse, si sono mossi dal Palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino ed hanno occupato un grande stabile a Firenze, in via Spaventa (zona Parterre), di proprietà dei gesuiti cui fa capo anche la vicina Fondazione Stensen.
Solo una decina di stranieri – i più vulnerabili da punto di vista sanitario – sono rimasti a Sesto, accettando le soluzioni proposte dai Comuni, quattro sono stati trasferiti altrove e uno, cittadino norvegese, è stato rimpatriato.
Nel pomeriggio, guidati da alcuni attivisti del Movimento di lotta per la casa, il resto degli stranieri hanno forzato un ingresso secondario e hanno preso possesso dell’immobile di tre piani. “Le proposte dei comuni si sono limitati a circa 30 posti trovati nelle strutture dell’emergenza freddo, mentre quello che gli stranieri chiedevano sono soluzioni non provvisorie o emergenziali” spiega Luca Toscano del Moviment, che aggiunge: “Un’occupazione per tenere alta l’attenzione sulla questione, e cercare una soluzione”.
Poco dopo l’irruzione io direttore della fondazione, padre Ennio Brovedani, è andato a parlare con gli occupanti. “Niente sgomberi per il momento,ma nessun impegno che non possiamo” ha assicurato, invitando gli occupanti al rispetto delle strutture vicine (un albergo, una chiesa e i locali della fondazione). La struttura occupata, al momento vuota , da mesi è al centro di una trattativa per il passaggio di proprietà ad un’università cinese, il Politecnico di Shanghai, per farne una sede distaccata a Firenze.