TOSCANA – E’ braccio di ferro tra governo italiano e Banca Centrale Europea dopo la lettera in cui l’istituto di Francoforte chiede che lo Stato impegni 8,8 miliardi di euro per l’operazione di salvataggio. Una cifra complessiva ben più alta dei 5 miliardi della fallita ricapitalizzazione, ricavata dell’assimilazione della banca senese alla situazione banche greche fallite dopo il 2008.
Un paragone che non tiene, secondo il ministero del Tesoro, dato che Mps vanta ancora 7 miliardi di liquidità. “20 miliardi bastano” ha ribadito ieri il ministro Padoan.
“C’è più politica che economia in questa fase – spiega Alessandro Pedone, responsabile della tutela del risparmio di dell’associazione dei consumatori Aduc stamani ai microfoni di Novaradio – è in atto uno scontro sull’applicazione delle regole che serviranno in futuro con l’ala dei rigoristi rappresentata dai tedeschi”.
Ascolta l’intervista ad Alessandro Pedone stamani nel corso della trasmissione news Box di Novaradio
“Se è vero che Mps ancora è solida – aggiunge però – la situazione sta progressivamente deteriorandosi, tant’è che il costo del salvataggio Mps è già lievitato ad almeno 6,6 miliardi di euro”. “La crisi Mps – insiste – è frutto della sottovalutazione da parte del governo passato e in particolare del ministro Padoan, che a partire da Banca Etruria non ha provveduto a mettere in garanzia le nostre banche”. “Una grossa responsabilità ce l’hanno anche gli attuali vertici, e su tutti l’ad Marco Morelli – conclude Pedone – per il nuovo corso il governo dovrà fare altre scelte di management”.